Più penso al nostro viaggio polinesiano, più i ricordi si rincorrono uno dietro l’altro senza un ordine, una sequenza precisa. Colori, emozioni, semplici sensazioni si susseguono come veloci istantanee. La natura con le sue varie sfaccettature, cielo, verde, lagune, è qualcosa che rimane realmente nel cuore. I colori dell’acqua sembrano acquerellati. Acque trasparenti, quasi specchi cristallini. S’incontrano tutte le sfumature dello smeraldo e del turchese. I fondali sono ricchi di pesci coloratissimi che ti sfiorano, ti seguono, ti pizzicano la pelle. Il pesce Napoleone curioso t’insegue come se volesse giocare.
Il panorama aereo che ti scorre davanti agli occhi prima di raggiungere Bora Bora è meraviglioso. Isole e atolli dalle spiagge bianche immersi in un celeste turchese. I tramonti sui moti tra strisce di sabbia e palme da contorno sono proprio da cartolina. La gente e in particolare le vahinè, le donne, sfoggiano ancora una primitiva naturalezza con i loro parei colorati annodati dietro il collo, il fiore di tiarè tra i capelli. I loro sorrisi ti rimangono impressi. Taha’a t’inebria con il suo profumo di vaniglia, con i suoi ritmi che scorrono lenti. I sapori rimangono nella gola e nella mente. Come dimenticare il mahi mahi marinato nel latte di cocco? Il suo sapore intenso ti cattura già dal primo boccone. Il suono delle onde sonore sulla barriera rimane nelle tue orecchie anche al ritorno nonostante tu sappia che dietro i muri della tua camera ci sia tutt’altro mondo, un altro cielo e soprattutto che non c’è il mare. Quel mare che hai visto, vissuto e amato.
Se avete voglia, leggete anche il mio diario di viaggio “Maururu, grazie Polynesia”.
Na na Polinesia!
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