“Una volta, durante un safari avevo visto un branco di bufali sbucare dalla nebbia del mattino sotto un cielo di rame, ad uno ad uno; pareva che i bruni, massicci animali come il ferro, con le potenti corna ricurve ai lati non fossero in viaggio, ma venissero creati là sotto i nostri occhi e mandati a spasso per il mondo appena finiti.
Avevo visto una mandria di elefanti; tante volte avevo assistito al passaggio delle giraffe nella loro strana inimitabile grazia, che non parevano un gregge, ma una famiglia di fiori rari dal lungo stelo, giganti e maculati. Avevo visto il leone regale tornare a casa dopo l’eccidio attraverso la pianura, lasciando lungo la pianura una scia scura, il musi ancora rosso fino alle orecchie oppure durante la siesta del meriggio quando riposava pacificamente in mezzo alla sua famiglia sull’erba bassa, all’ombra delle grandi acacie, nel suo giardino … l’Africa” . Karen Blixen
Si va in Sudafrica anche e soprattutto per provare l’ebbrezza di un safari. Il Sudafrica possiede all’incirca 600 tra parchi nazionali e riserve. Visitarli è un’esperienza davvero unica. Spesso sceglierne uno, specie se si visita il Paese per la prima volta, non è cosa semplice. Una volta deciso cosa visitare, le alternative possono essere due: o affidarsi ad un safari guidato, o muoversi in autonomia con un’automobile presa a noleggio. Il Kruger National Park è sicuramente il grande riferimento per i safari. Con una superficie grande più o meno come la Lombardia, ospita tutti i grandi animali dell’Africa. Non meno interessante per la bellezza dei paesaggi oltre che per la sua fauna è il parco di Hluhluwe-iMfolozi nel cuore dello Zululand che presenta tutta una serie di percorsi per itinerari da effettuare in più giorni. Tutti i parchi nazionali chiedono per la visita un ticket d’ingresso, una tariffa giornaliera variabile il cui incasso va alla salvaguardia del patrimonio naturale, la SANP (South Africa National Parks). Oltre ai parchi nazionali ci sono le riserve naturalistiche private, care e di sicuro meno adatte per chi dispone di un budget contenuto. Se si desidera avvistare tutti i big five, anche se la cosa non è garantita, bisogna prendere in considerazione almeno tre giorni. Per un safari ci sia alza presto. Meglio quindi attrezzarsi con maglie, guanti e berretto. Soluzione ideale è quella di vestirsi a strati e alleggerirsi dei vari indumenti con l’aumentare della temperatura. Da non dimenticare macchine fotografiche e binocoli, meglio se compatti.
Alcuni consigli: per la visita ai parchi, se si va in autonomia, meglio fare le prime escursioni accompagnati dai ranger locali per capire come e dove avvistare gli animali. Nelle riserve private è piuttosto caro il soggiorno meglio indirizzarsi verso una guest house o un bungalow.
Cosa leggere prima di partire: oltre al romanzo La mia Africa di Karen Blixen (224 pp, Feltrinelli 2003) che ho già citato all’inizio del mio articolo, consiglio Afrikaan Blues di Deon Meyer (394 pp, Mondadori, 2007) o uno dei tanti romanzi di Kuki Gallmann, Sognavo l’Africa (342 pp, Mondadori) o Notti africane.(224 pp, Mondadori 1997), solo per citarne alcuni.
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